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Dopo una lunga assenza, un venerdì pomeriggio, Ottorino era tornato. L'Argisa, con la messa in piega appena fatta, se lo era ritrovato davanti, più vecchio di sessant'anni. Lo aveva conosciuto dalla macchia scura su un lato del naso e dagli occhi trasparenti come il vetro. Per un attimo la testa dell'Argisa aveva preso a pulsare, pareva le fosse passato sopra un reggimento di cavalleria e quando il dolore si attenuò, lo chiamò per nome: «Rino?». «Camelia?» aveva chiesto lui, pescando quel soprannome fra i ricordi, sorpreso di averlo subito ritrovato. Rino!» urlò lei lasciando cadere la borsa in terra. «Sei bella come allora».